Non sappiamo come andrà realmente nel prossimo futuro e se le previsioni di una possibile ripresa siano attendibili o meno, quel che è certo e che in futuro assisteremo sempre di più a fluttuazioni continue della domanda e dovremo intraprendere sempre più velocemente nuove strategie e nuovi piani aziendali nel Supply Chain. Se oltretutto consideriamo il continuo aumento di misure protezionistiche, in atto a livello mondiale, testimoniato con chiarezza dal cambio di politica degli Stati Uniti, ma non meno evidente nelle azioni restrittive adottate da altri paesi come la Cina o la Gran Bretagna, allora sembra plausibile ripensare il meccanismo di funzionamento di filiere produttive così lunghe e complesse.
Non voglio dire che occorrerà chiudere in futuro le frontiere per avere un’economia sana e vivace, tutt’altro, credo però che sia giusto riflettere sull’opportunità di riconsiderare il nostro tessuto produttivo industriale come l’epicentro di un sistema globale e non sempre come la periferia. Le nostre imprese devono continuare a produrre semilavorati e componenti per il sistema globale – lo sanno fare molto bene – ma allo stesso tempo devono favorire lo sviluppo di partnership locali sopra tutto quando si parla dei Servizi connessi alla gestione del magazzino e la produzione e farne il loro vero punto di forza. Una “catena corta” amplifica le competenze di ogni azienda e aumenta il benessere di coloro che ne fanno parte.
La programmazione si adatta ad un contesto dinamico e frammentato?
Riconosciamolo pure….ci misuriamo tutti i giorni con uno scenario produttivo nel quale il tempo di approvvigionamento di merci e servizi rappresenta il vero fattore di successo per ogni impresa, perciò, occorre saper modificare rapidamente le proprie priorità produttive, tenendo conto, a mio avviso, della disponibilità di merci a monte di un mercato che è sempre più connesso e digitale e avere un partnership solido con il fornitore dei Servizi Logistici per la gestione efficace del magazzino e la catena produttiva.
In un contesto così dinamico e frammentato è necessario esaltare le capacità di intervenire tempestivamente sulle filiere delle fornitura e lavorazione del prodotto tenendo soprattutto conto dei possibili momenti di squilibrio e di calo della domanda, come quelli a cui abbiamo assistito questa primavera e dove appaltare in Outsourcing alcuni lavorazioni ha fatto la differenza in quanto permette una gestione flessibili del attività assieme a dei costi certi.
Voglio dire che l’attuale modalità di gestione della Supply Chain rischia, in un futuro non troppo lontano, di diventare obsoleta, perché legata a una visione fortemente programmatica, che risponde a esigenze previsionali dettate esclusivamente dagli obiettivi produttivi interni.
Fonte per parte: Gaspare Amoroso – Chief Operating Officer – Sandro Mentasti Srl